«Lu-cio, Lu-cio, Lu-cio!» urla il pubblico del 29 aprile 2025 all’Alcatraz di Milano.
«Da qui si sente: “Bru-cio! Bru-cio! Bru-cio!”» risponde, ironico, Lucio Corsi prima di continuare il suo concerto.
Il cantautore Lucio Corsi (classe ’93), con la data del 7 settembre 2025 all’Ippodromo San Siro di Milano, concluderà il suo tour di circa 30 date in tutta Italia. Una prova generale niente male per un possibile Never Ending Tour alla Bob Dylan, un progetto che, come ha dichiarato in più interviste, sogna da tempo di poter realizzare, naturalmente a modo suo.
Eh sì, perché nonostante uno dei messaggi centrali delle canzoni del cantante maremmano sia legato all’importanza del “saper essere felici anche nelle ripartenze”, Lucio di traguardi ne ha già raggiunti parecchi. Dopo una lunga gavetta, solo nell’ultimo anno, Corsi ha collezionato una serie di importanti riconoscimenti: dalla partecipazione alla serie Vita da Carlo 3, diretta da Carlo Verdone, alla conquista del secondo posto al Festival di Sanremo, fino alla top5 della classifica finale dell’Eurovision e a premi come il Premio della Critica Mia Martini e la Targa Tenco per il miglior album e la miglior canzone.
Non chiedetegli quale sia il motivo del suo successo: risponderà che non vuole saperlo. Gli basta poter suonare la sua musica sui palchi con la sua banda – gli amici di lunga data – e poter incontrare gli occhi delle persone tra il pubblico, che preferisce di gran lunga “ai freddi sguardi delle telecamere”.
Ed è sufficiente assistere a un suo live per comprendere perché, sotto il palco, quegli occhi siano sempre più numerosi, e spesso lucidi.
La scaletta di un suo concerto conta più di 25 brani, spesso rivisitati con arrangiamenti nuovi e sorprendenti. Non di rado, vengono suonati a una velocità maggiore rispetto alla versione in studio, forse per non lasciarne indietro nemmeno uno. Corsi stesso, con la sua solita ironia, ha paragonato il suo lavoro su un album a un’impresa diplomatica: « è come convincere più canzoni a vivere nello stesso condominio», non sia mai che si offendano.
Durante un concerto di Corsi può succedere di tutto: Lucio salta da una parte all’altra del palco come un grillo, si tuffa nella folla che lo solleva in aria, sussurra le parole de “Il Re del Rave” direttamente nelle orecchie del tuo vicino. Può capitare di reggergli il microfono o di aiutarlo mentre cammina in equilibrio sul corrimano di una transenna, aggrappandosi al suo pubblico per non cadere.
Ai momenti di furia e di urgenza emotiva, si alternano i momenti di forte intensità introspettiva in cui il cantante sembra stabilire, in modo del tutto naturale, una misteriosa connessione tra voce, armonica, pianoforte e… l’apparato lacrimale del suo pubblico.
E se a lasciare il segno sono anche gli incontri sotto il palco – dove chi ha avuto modo di conoscerlo racconta della sua umiltà e gentilezza – allora questo Tour 2025 sembra pensato per un incontro ancora più profondo: quello con la musica.
Corsi, raccontando del suo percorso, cita spesso Paolo Conte in Una verde milonga, quando scrive che «salire sul palcoscenico vuol dire incontrare la musica».
Un incontro che avviene, quando possibile, in luoghi fuori dall’ordinario, capaci di riflettere quel “mondo senza difetti” che le sue canzoni evocano.
Ne sono esempio i due concerti tenuti all’Abbazia di San Galgano a Chiusdino – un’abbazia a cielo aperto immersa nel verde toscano, con tanto di spada nella roccia – e quello di qualche giorno fa, il 27 agosto 2025, sul peschereccio Freccia, ancorato sulle rive di Porto Ercole .
Picasso diceva che “L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti giorni”. Ed è proprio attraverso la musica e l’incontro con le persone che Lucio riesce a scuotere quella polvere, accendendo emozioni profonde e sincere.
«Da qui si sente: “Brucio! Brucio! Brucio!”» diceva Lucio nel bel mezzo di un suo concerto.
Forse era il coro di qualcuno a cui, grazie alla musica, si era appena accesa una fiamma nel cuore.
È veramente così, grazie per questo splendido articolo