CARPI (MO) – La prima serata della rassegna cinematografica Carpi Film Fest di ieri ha visto un piazzale Re Astolfo stracolmo ipnotizzato dalle parole del celebre psichiatra Paolo Crepet.
L’intellettuale, introdotto da Paolo Di Nita, presidente dell’associazione Quelli del ’29 e direttore artistico della manifestazione, e dal Sindaco Riccardo Righi, parla di attualità con un focus particolare (e non poteva essere altrimenti) sul cinema.
“Il cinema è uno squarcio contro l’indifferenza”, riflette Crepet che propone, provocando, di far vedere capolavori del ‘900 nelle scuole. Una provocazione, certo, ma anche una battaglia contro la censura del politicamente corretto che omologa e anestetizza il pensiero.
Ed è proprio sul pensiero e sull’essere controcorrente e anticonformista che ruota tutto l’evento che non a caso s’intitola “Il reato di pensare”.
“Se togli un cinema acciechi una città”, dice Crepet. Già, perché il cinema fa riflettere, fa pensare, fa vedere la realtà che ci circonda e quindi ci riconduce all’attualità.
Proprio di attualità Crepet parla in molteplici passi del suo monologo. Tocca il tema dei voti a scuola prendendo – anche senza dirlo esplicitamente – le parti del Ministro Valditara che non è intenzionato a toglierli nonostante le polemiche affermando che “non si possono valutare i ragazzi a scuola, ma viviamo di valutazioni” e quello dell’intelligenza artificiale criticandola e reputando un film fatto con l’AI “non interessante”. Sfiora anche la recente polemica bolognese sulla distribuzione da parte della giunta comunale di pipe per il crack schierandosi contro la decisione dell’amministrazione Lepore.
Il saggista riflette su un possibile futuro inquietante dove le partite di calcio vengono giocate da robot.
Crepet rapisce il pubblico tracciando rotte e descrivendo lo scenario futuro a cui stiamo andando incontro. E se questo futuro descritto non ci dovesse piacere? Potremmo cambiarlo proprio “come farebbe un bravo sceneggiatore”.